Settore Arbitrale > In memoria di Enio Vitale

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Lo conobbi 10 anni fa, nel 1993, venne all’US ACLI presentato dall’allora collega e amico comune Vincenzo Esposito. Tese subito a precisare che era un arbitro autodidatta ma che sapeva arbitrare meglio di molti altri che avevano fatto un corso. Tanti sono i ricordi e poco lo spazio per farli entrare tutti in queste righe. Mi vengono in mente tanti flash, tanti aneddoti, i tanti favori personali che mi ha fatto….il mio primo cellulare mi fu regalato da lui, le partite arbitrate al suo torneo al Gerini quando avevo bisogno di soldi, il giorno del mio matrimonio, le litigate con lui perché voleva che non facessi arbitrare tizio o caio o i rimproveri che gli facevo perché mi strapazzava troppo un arbitro andandolo a visionare o per gli atteggiamenti che a volte aveva sui campi, chi non si era beccato almeno una volta in campo o alle riunioni con lui?…ma Enio era così e sarà sempre così….o si amava o si odiava, ma come si faceva ad avercela con lui? Mi ricorderò sempre la prima ed unica volta che lo mandai a Fano, nel 1996, per le finali nazionali e lui la prima sera alla presentazione di tutti gli arbitri davanti a Iorio e a tutti disse: ” Non vi inventate niente, fate le cose fatte bene, io sono venuto per fare la finale!” e io lì a dirgli che cosi poteva farlo a Roma che lo conoscevamo e non lì dove era la prima volta che andava e che non avrebbero capito il suo atteggiamento, e infatti fu cosi, arbitrò poco. Come non ricordare le cene con lui dove urlava se non gli portavano subito da mangiare oppure se era poco o cattivo? A Velletri quest’estate per la premiazione del torneo, mangiò prima due rosette con la porchetta poi si volle fermare ad un ristorante con altri amici arbitri che erano con noi e dopo aver rimangiato di tutto uscimmo fuori e sull’entrata del locale c’era un cartello con sù scritto: “se bene vuoi mangiare qui devi ritornare” e lui davanti a tutti e con il proprietario del ristorante sull’uscio della porta facendo il classico gesto dell’ombrello disse ”col cavolo che ci ritorno”.…noi tutti a ridere e lui aveva ragione, come sempre, lì non ci ritornerà più. Tanti pensieri…....il giorno del suo ricovero in ospedale per un intervento che si pensava semplice e invece non ne è uscito vivo da quell'ospedale.....la sera del mio compleanno con lui seduto di fronte a me e Roberto di fianco….ora sono tutti e due in cielo…..e il giorno del derby del cuore all’Olimpico che arbitrarono in coppia insieme? Come dimenticare? Se il nostro gruppo si è ingrandito lo devo a Enio, lui fece iniziare tutto presentandomi Eugenio della Longarina e da li a catena abbiamo avuto modo di farci conoscere di più e meglio su Roma.

Quest’anno all’inizio del Campionato Provinciale che abbiamo dedicato a lui, alla prima giornata come un’abitudine ho pensato: “A Enio che partita do?” ma lui non c’era più. Voleva arbitrare sempre e solo il calcio. Nella passata stagione mi fece sei partite di calcio in una settimana e se non gliele davo giù strilli, e chi se lo sentiva sennò. La sera della premiazione al Queen’s quanto era fiero di aver ricevuto quel premio soprattutto inatteso, perché i nomi li avevo decisi io senza dire niente a nessuno, neanche a lui. E quanto era contento il giorno che iniziò a lavorare nel Settore Calcio, gli era sempre piaciuto poter far parte di una associazione, non ha avuto neanche il tempo di fare una stagione intera. Ora lascia a noi tutti, e soprattutto alla famiglia che ancora oggi deve avere delle risposte sul perché della sua morte, un vuoto incolmabile, ma dentro i cuori di noi tutti rimarranno i tantissimi momenti belli passati insieme e il suo carattere cosi gioviale e generoso con tutti ed esempio di vita onesta per tutti noi.
Ora ho la tua foto sulla mia scrivania e in questo modo continuo a parlare con te ogni giorno e a chiederti consigli come facevo sempre.
Ciao Enio, non sai quanto mi manchi….

Luca Serangeli

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Nella partita degli angeli avevano bisogno di un arbitro, lo hanno scelto e lo hanno convocato. Era il migliore che la nostra Associazione poteva mettere sui campi. Ma ci hanno tolto Enio, ma soprattutto lo hanno tolto alla sua famiglia, ai suoi affetti più cari. Per noi è e sarà una perdita importante: il suo carattere gioviale sempre pronto alla battuta, ma nello stesso tempo fermo e risoluto, che lo facevano un punto di riferimento nell’US ACLI di Roma ed un riferimento alle società di calcio che lo hanno sempre rispettato.
Non voleva fare quell’operazione.
Quando ci annunciò la malattia, nei suoi occhi si leggeva il terrore. Ci ricordava che da piccolo fuggiva per il paese per non fare una puntura, pensate farsi toccare il cuore.
Certo, quel grande cuore sempre a disposizione di tutti.
Ciao Enio.
Avevano bisogno di te in Paradiso... ... ...
e un altro... ... ... ha fischiato... ... ... tre volte.

Claudio Mannino

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Ingrato è il compito di chi con poche righe deve ricordare
un grand’uomo come Enio.
Grande!
Grande in tutti i sensi, nel fisico, nel suo lavoro, come arbitro, come padre,
col suo temperamento così burbero e arcigno
che sotto quell’aspetto duro
celava, però, un animo buono e generoso.

Un ricordo personale (ma a chi non è capitato un episodio simile?):
qualche tempo fa gli avevo chiesto una consulenza,
dopo un minuto, come al solito,
si era già incavolato per un nonnulla
salvo poi, un istante dopo, mettersi a tavolino
per cercare di aiutarmi in tutti i modi.

Era fatto così ed è proprio per questo che gli volevamo bene.
CIAO ENIO
dentro di noi conserveremo il tuo ricordo:
GRANDE come te.

Marco Consorti

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RICORDO DELL’AMICO ENIO VITALE
E’ volato in cielo un amico, Enio lo ricordo con la sua grande disponibilità, la sua simpatia, il suo inconfondibile vocione che tuonava nel corso dei nostri incontri in sede.
A volte si commette l’errore di fermarsi all’esteriorità nel giudicare le persone, ma bisogna leggere invece nel cuore, Enio aveva un grande cuore, e quell’apparenza di burbero e rude, dopo un po’ che lo conoscevi si trasformava in una sincera amicizia ed una grande disponibilità, la stessa che lo portò una volta ad accompagnarmi presso una concessionaria ed a presentarmi al direttore vendite, dove poi finalizzai l’acquisto di un auto.
Grazie Enio per la tua amicizia, per la stima che nutrivi verso la mia persona, per i preziosi consigli durante le tue visionature, per la collaborazione che più di una volta mi hai dato,
non ti dimenticherò mai, e quando la sera sui campi alzerò gli occhi al cielo sono sicuro che da lassù mi strizzerai l’occhio e mi dirai :” A Franceee”, salutandomi con affetto.

Francesco Paone

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Per un attimo
c'è stato il silenzio nella grande città,
Per un attimo
anche il mio cuore si è fermato,
nell'apprendere la terrificante notizia.
Di vivo non era rimasto più niente,
solo il tuo sorriso fisso nella mia memoria,
in un secondo ho pensato il tuo nome
un milione di volte, invocandolo,
ed assordante l'eco del richiamo mi ha
martellato il cervello ma tu, tu già te ne eri andato,
in silenzio, senza fare rumore lasciando dietro
di te un vuoto incolmabile, ma non per me.
Per me tu resti e resterai un caro e fraterno Amico,
la cui ammirazione va oltre ogni limite.
Ti ho ammirato per le tue innate doti di Generosità,
Sincerità, ed Onestà, doti che hanno fatto di Te un
Grande.
Ciao Enio. Mi mancherai.

Roberto Dolci

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AD UN AMICO
Caro Enio, immagino di scriverti questa lettera e che tra gli angeli ci sia il postino che te la faccia recapitare. Abbiamo cominciato l’avventura alle ACLI insieme e tra noi si è subito stabilito quel rapporto di stima e simpatia che capita a volte con gli incontri a prima vista. Il tuo modo di essere così brusco, ma la tua profonda lealtà, mi ha confidato cose importanti della tua vita, il “cinese” come tu mi chiamavi era una persona da apprezzare, nonostante non sia mai stato un grande oratore tu ci parlavi bene con me. Dopo che hai conosciuto la mia situazione, un giorno mi hai detto, e non me lo posso scordare: “Caro Cinese ho capito il perché dei tuoi atteggiamenti così affettuosi verso i miei figli, quando venivi da me e loro me lo ricordano sempre, hai fatto breccia in loro”. Tra le tante cose che mi passano per la testa, quel tuo voler primeggiare che tu mi hai sempre detto di volere mi hanno fatto capire, che lassù tra le nuvole chi vorrà prevalere su di te dovrà far i conti con te, ma troverà una persona dal cuore d’oro.

Non so se è giusto spingersi a rilevare cose intime, sensazioni personali, certe cose rimarranno sempre tra me e te, ma questa lettera vuole essere un pensiero per un amico che non c’è più.

Da lassù mi potrai visionare sempre se arbitro come volevi tu, ci proverò ma non sono certo di riuscirci, ma di una cosa sono certo il tuo ricordo sarà sempre nel mio cuore.

Ciao Enio
Il cinese

Francesco Angeletti

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Una frase per Enio:
Pensa perchè nel pensiero c'è il ricordo, ricorda perchè nel ricordo c'è l'amore, ama perchè nell'amore c'è la vita!!! Sei e sarai sempre nei nostri pensieri.

Marco Dipilato

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CIAO ENIO
Sei stato un grande amico.
Grande la tua generosità,
sempre pronto e spontaneo per ogni evenienza:
Grande e possente la tua voce che imperava,
non solo nelle riunioni ma soprattutto in campo
quando arbitravi o venivi a vederci.
Grande la tua risata che ci coinvolgeva sempre
Per gli aneddoti che raccontavi.
Sei stato per noi tutti un fratello
Ciao Enio non ti dimenticheremo mai

Francesco Miceli

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Finalmente trovo un momento per Enio. Qualsiasi pensiero o ricordo di una persona, con cui hai condiviso una passione, un momento, anche un lavoro in certi casi, quando ti viene a mancare, almeno per me, è difficile condividerlo o esternarlo. Non mi piace la retorica, preferisco cercare il sorriso,ecco perché di Enio mi viene sempre in mente una delle prime volte che lo andai a vedere. Ero appena entrato all'Acli. Mio padre doveva fare il quarto uomo nella finale di coppa Acli e Enio era il guardalinee di Mascarani, in coppia con Alebardi credo. Tutti puntuali, anche le squadre e tutti con la divisa...fino a che dagli spogliatoi non esce un omaccione con indosso due calzettoni d'arbitro neri con la scritta della ditta che li fabbricava, grossa e lunga quanto tutta la circonferenza del polpaccio. Alché mio padre gli fa notare che non erano quelli della divisa ed Enio gli risponde, in tono scherzoso, che i suoi però gli stavano meglio e che solo gli arbitri migliori si possono permettere lo sponsor.
Questo è stato per me il primo impatto con Enio; un caciarone dal cuore tenero, un finto burbero, un omaccione che quando mi è venuto a vedere come commissario la prima volta mi ha detto: "quando tiri fuori i cartellini, li devi far vedere di più. Se no chi sta in campo non ti capisce e chi sta fuori non sa se hai ammonito qualcuno oppure no" e l'ultima "bravo, ti ho visto bene, più che altro mi sei sembrato più allenato. Sempre presente sull'azione..." Ho sempre sperato che fosse lui il mio prossimo commissario, adesso non ha più bisogno della designazione.
Ciao Enio, ci sivede sul campo

Marco Mondello