CORSO ARBITRI

FORMATI I NUOVI “FISCHIETTI” US ACLI. Si è concluso nei giorni scorsi il 26.mo corso per arbitri di calcio, calcio a5 e calcio a8 promosso e organizzato dall’Us Acli di Roma, con la docenza del Professor Francesco Paone

FORMATI I NUOVI “FISCHIETTI” US ACLI

Roma, 5 dicembre 2012 – Si è concluso nei giorni scorsi il 26.mo corso per arbitri di calcio, calcio a5 e calcio a8 promosso e organizzato dall’Us Acli di Roma, con la docenza del Professor Francesco Paone. Sono ben 17, per ora, i nuovi “fischietti” formati attraverso un percorso durato due mesi e che ha visto lo svolgimento di 13 lezioni teoriche (due gli appuntamenti settimanali) e gli esami, sia scritti che orali, per l’ottenimento dell’attestato. Dicevamo, 17 per ora, perché a questi se ne dovrebbero aggiungere altri 3, che per motivi personali non hanno potuto sostenere le prove finali. Per loro, quindi, prevista un’appendice, con gli orali fissati in dicembre. Nella squadra degli arbitri, l’Us Acli da quindi il benvenuto ad Andrea Del Monte, Armando Mariani, Nicola Parisi, Federico Maragliulo, Riccardo Rafaniello, Cristiano Dionizi, Antonio D’Amato, Marco Forte, Samuele Fazzari, Salvatore De Nisi, Andrea Gervasi, Fabiola Moroni, Angelo Di Clemente, Lorenzo Fiorini, Antonio D’Agata, Alessio Biancardi e Gianmarco Vocalelli.



Numeri importanti che sottolineano ancora una volta l’attenzione e l’importanza di “investire” nel settore arbitrale da parte dell’Us Acli. Come ci spiega lo stesso Francesco Paone, che si è reso disponibile a parlarne con noi per tutti gli associati. “Per la nostra associazione – ci spiega l’istruttore – è fondamentale: considerata la mole dei tornei che abbiamo durante l’anno, un ricambio generazionale è essenziale per l’attività che svolgiamo. Inoltre, diamo la possibilità anche ad arbitri non più giovanissimi di poter divertirsi praticando dello sport, perché arbitrare è un modo di fare sport. Poi, la nostra famiglia si arricchisce ogni anno di nuove persone e cerchiamo di far apprendere e vivere loro la cultura dell’associazionismo”.

 

Francesco, ora che il corso si è concluso e gli aspiranti arbitri hanno ottenuto l’attestato, come avviene il loro inserimento nelle attività pratiche ordinarie dell’Us Acli? “I neo promossi iniziano ad arbitrare in coppia con arbitri effettivi e/o nazionali, in modo che acquistino sicurezza smaltendo la naturale emozione e perché no tensione delle prime uscite. Infatti, una cosa è la teoria, altra cosa è la pratica. Successivamente, dopo che hanno ricevuto il benestare dagli arbitri più esperti, possono dirigere da soli nelle discipline di calcio a8 e calcio a5, successivamente nel calcio. Alla prima riunione tecnica dopo gli esami, i neo promossi aspiranti ricevono la tessera sociale e vengono presentati ufficialmente a tutto il settore arbitrale, così fanno il loro ingresso ufficiale nella nostra famiglia”.

 

Secondo il tuo punto di vista, e anche in base all’esperienza pluriennale che hai acquisito, un arbitro non può uscire da un corso senza aver imparato a “Conoscere il regolamento. È fondamentale, a mio avviso, la conoscenza del regolamento delle discipline che si andranno ad arbitrare. Ma è anche importante aver compreso che il nostro palcoscenico è amatoriale, quindi poter sviluppare personalità e capacità nel relazionarsi con persone di vario strato sociale che giocano per divertirsi ma non accettano di buon grado che l’arbitro faccia rispettare loro le regole”.


 

Quali sono le altre principali caratteristiche che si chiedono a un giovane aspirante arbitro? “Avere la buona volontà di imparare con umiltà un nuovo modo di praticare sport; non avere fretta nel bruciare le tappe, ovvero esaltarsi per una serie di gare ben dirette e poi deprimersi per altre non al meglio; avere cura del proprio corpo, tenendo sotto controllo il peso; allenarsi per essere sempre in forma. Inoltre, avere un comportamento consono e corretto dal punto di vista verbale con giocatori e dirigenti, evitando toni troppo confidenziali, come per esempio dare del ‘tu’ soprattutto prima di una gara”.

 

Per chiudere, Francesco, come valuti la presenza femminile nel corso appena concluso?

“In modo sicuramente positivo. La presenza femminile tende senza dubbio a stemperare i toni della gara che si dirige e fa bene all’immagine della nostra associazione. Non è la prima volta che abbiamo nelle nostre fila una donna, nel recente passato, infatti, ne abbiamo avute altre tre. Poi, per motivi di studio e lavoro hanno dovuto abbandonare la nostra famiglia del settore tecnico arbitrale”.

 

So che in proposito c’è una curiosità…”Eh sì! La donna arbitro è una mamma e il figlio ha svolto anche lui il corso. Anche se, diciamolo, la valutazione della mamma è stata superiore. Dunque, più brava lei del figlio…”


 

Ai nuovi “fischietti” dell’Us Acli di Roma, da tutti noi un grosso "IN BOCCA AL LUPO" per questa esperienza!

 

 

EDOARDO MASSIMI (Addetto Stampa U.S. ACLI)