COMMENTO AL TORNEO

DI STEFANO CORSI

Il torneo delle parrocchie? Una cura omeopatica, un disontissicante dalle tossine dell'esasperazione, della follia collettiva che porta molti a perdere la testa, a ricercare con un agonismo ossessivo,  gli istinti più bassi contro il mondo intero, per VINCERE A TUTTI COSTI; in moltissimi casi si assiste a battaglie. Ingannare l'arbitro; vince chi ne sa una più del diavolo; chi riesce a farla in barba all'avversario; se riconosci l'errore sei un fesso. Vincere vincere vincere; purtroppo la giaculatoria è la stessa. QUI è DIVERSO. Un mese dall'inizio, ho visto circa 12 parrocchie è il bicchiere è mezzo pieno. QUESTO è UN LABORATORIO D'UNA ALTERNATIVA POSSIBILE; DOPO UN MESE DICO SI è POSSIBILE. Anche ai colleghi salutandomi gli brillano gli occhi, vanno a casa sereni; hanno arbitrato e fatto quello a cui tengono di più fare gli educatori, stillando anche con uno sguardo eloquente un insegnamento umano. Ogni volta devono rispondere ad alcune domande, d'un referto fatto apposta dove menzionano l'atto buono e quello cattivo, il gesto di sportività; cercano di segnare tutto. Da COME MOLTI COLLEGHI LO REDIGONO CON ATTENZIONE E NELLO STESSO TEMPO CON SEVERITA’. NEL NON DARE MERITI A CHI NON LI MERITI CAPISCO CHE HANNO CAPITO CHE LE PAROLE DELLA CONFERENZA STAMPA SONO VERE; TUTTI SIAMO IMPEGNATI A NON DISILLUDERE NESSUNO MOSTRANDOCI COERENTI RISPETTO ALLE PROCLAMAZIONI. Nella prima giornata il Francesca Cabrini con un presbitero si presenta in paramenti, recita un epistola di Paolo sullo sport vero( ciò per cui vale la pena affannarsi nella vita); si passa al S.Dorotea che distribuisce bouquet di roselline bianche a tutti gli avversari ogni volta; al S.Bonaria che s'unisce con gadget trattenendo anche dopo la gara gli avversari sul campo in amabile conversazione a motivo di terzo tempo; S.M.Carmine e S.Giuseppe al Casaletto che si offre di mandare uno dei suoi agli avversari rimasti pochi per giocare alla pari, che porta alla prima,alcuni amici, famigliari che si portano la cena e la consumano, abbonati in prima fila sotto un gazebo vedendo la gara; il S.Michele Arcangelo che alla prima giornata per tre volte si ferma sempre anche avendo occasioni importanti per segnare senza che l'arbitri fischi per prestare soccorso all'avversario sofferente in terra; rimesse, punizioni dirette e quant'altro spesso commutate senza che l'arbitro le sanzioni; le due squadre di S.Barnaba si portano i supporter in casa organizzati in cori studiati in un clima di festa a prescindere dal risultato o da errori del d.g; sono casi numerosi. TANTE LUCI E QUALCHE OMBRA. Pochissime squadre, pur dandosi una regolata non ancora sufficiente giocano con troppo agonismo DA TORNEO PRIVATO NON IL LINEA COLLO SPIRITO AMATORIALE , quasi da calcio cercando il contatto, con un pressing asfissiante sull'uomo, che non danno la palla agli avversari, che chiamano cartellini, mostrandosi polemici verso il d.g; che lasciano l'altro in terra senza sincerarsi del fatto. In un caso ho avuto modo di parlare con un parroco interessato,dopo una gara,per cercare insieme, in termini anche religiosi di attenzione all'altro e di concezione vera dello sport che è LITURGIA, di intercedere sui ragazzi per farli ragionare. Restituire la palla all'avversario su giuoco fermo tanto più se in vantaggio non è un atto di fair play che si può fare o meno ma è UN GESTO DI SPORTIVITA', UN DOVERE NON UNA SCELTA. Con le buone o meno (cartellini e referti, classifica fair play) questo è il ns compito segnalare questi gesti e tentare di far capire a chi lo fa che sbagliano. QUI DEVE ESSERE DIVERSO. La classifica fair play mostrerà come l'Usacli nell'ambito di un'iniziativa ispirata dal Vicariato la pensi. Coerenti nei fatti. GLI ARBITRI NEI REFERTI SONO ASCIUTTI NEI TITOLI DI MERITO; un vero padre bacia i figli quando dormono.

"Non ci potevo credere" dicono i colleghi e quanti non pensavano fosse possibile, GIOCARE PER IL GUSTO DI GIOCARE, LA PREGHIERA RENDE QUESTO TORNEO DAGLI ALTRI PER I COLLEGAMENTI CHE HA, UNICO,.La verità è che il vero paese come in questo caso il vero sport che è un riflesso della vita lo facciamo noi; dipende da noi. Fin d'ora quindi, una ventata d'aria  fresca, un'alternativa unica nel suo genere per la sua peculiarità religiosa; una cura omeopatica, una terapia gratuita godibile senza ricetta medica e senza ticket. AMICI DELLE PARROCCHIE BUON CAMPIONATO A TUTTI. Uno che ci crede. 

 

Stefano Corsi