"ATTENTI AL LUPO"
PUBBLICHIAMO UNA LETTERA APERTA DEL NOSTRO PRESIDENTE NAZIONALE ALFREDO CUCCINIELLO

Ho praticato sport a livelli tecnico-agonistici molto bassi, eppure ricordo bene la tensione che accompagnava le mie vigilie; la partita del Campionato di Prima categoria e il Giro Podistico del quartiere erano per me la finale del Mondiale di calcio e la Maratona olimpica: non dormivo la notte, non parlavo con mia sorella, facevo discorsi sconnessi. Qualche anno dopo, da dirigente, ho vissuto spesso la stessa, particolarissima, e unica, “ansia da prestazione” alla vigilia di una gara importante della mia squadra di pallamano, pallavolo o pallacanestro. Faccio questa premessa per dire che capisco benissimo la tensione e il nervosismo che caratterizzano in questo periodo i comportamenti del Presidente del Coni Gianni Petrucci che, a cinque mesi dalle Olimpiadi di Pechino, è giustamente preoccupato per le sorti dello sport azzurro, al quale sembra affidato il compito di mantenere l’Italia tra le potenze del mondo. Quel che capisco meno, però, è la sua voglia di mostrare i muscoli e di litigare con il mondo intero; così come io non consentivo alla mia tensione preagonistica di aggredire mia sorella prima e mia moglie poi, mi piacerebbe constatare che i vertici del Foro Italico si preparassero a Pechino senza le polemiche che hanno caratterizzato gli ultimi giorni e colorato anche la Festa organizzata il 5 marzo per presentare la spedizione olimpica, casa Italia e l’inno degli azzurri affidato al grande Lucio Dalla. In questa ultima circostanza, il bersaglio preferito del Presidente Petrucci è stata la Ministro Giovanna Melandri, con la quale si è dichiarato “in completo disaccordo”; io francamente non riesco a capire quali siano le colpe di un Ministro e di un Ministero che, in poco meno di due anni, fronteggiando anche l’emergenza “calciopoli” e la recrudescenza della violenza negli stadi, ha assicurato allo sport italiano (sarebbe il caso di dire: due punti e a capo) la conferma del finanziamento di 450 milioni di euro annui, 28 milioni di euro in due anni per la realizzazione di grandi eventi internazionali, finanziamenti specifici per i prossimi Giochi del Mediterraneo, per i Mondiali di Ciclismo a Varese e i Mondiali di Nuoto 2009 a Roma; ed inoltre, il rifinanziamento dell’Istituto per il Credito Sportivo, le detrazioni fiscali per le famiglie che hanno fatto praticare sport ai ragazzi tra i 5 e i 18 anni, il finanziamento per il Comitato Paralimpico, al quale sono stati assegnati 500.000 euro nel 2007, che sono stati moltiplicati per 10 per il 2008; ed ancora, le politiche per l’inserimento dell’educazione motoria nelle scuole, i progetti per la crescita della cultura sportiva, l’educazione alla legalità e la prevenzione della violenza collegata agli eventi sportivi. E poi, vogliamo parlare della risoluzione della vicenda Sportass ? O della marcia indietro sul ventilato scioglimento della Coni servizi s.p.a.? Non mi pare che nella sua lunga e gloriosa storia il Coni abbia mai potuto usufruire di tante risorse direttamente e indirettamente orientate verso lo sport. Eppure, il Ministero per le Politiche Giovanili e le Attività Sportive è sotto accusa un giorno si e l’altro pure; e, goccia che ha fatto traboccare il vaso, è stata l’istituzione nella Finanziaria 2008 del Fondo per lo sport di cittadinanza e la successiva Intesa raggiunta in sede di Conferenza Unificata Stato-Regioni-Autonomie Locali, con la quale si destina il 50% dello stanziamento a Progetti realizzati dalle Associazioni Nazionali di Promozione Sociale, con finalità di carattere prevalentemente sportivo, iscritte all’Albo istituito con la Legge 383/2000. Per il Presidente del Coni, questa intesa rappresenta una “ingiustificata discriminazione in favore degli Enti nazionali di Promozione Sportiva in danno alle Federazioni, alle Discipline Associate e allo stesso Coni”. Lo sport sociale lo promuovono anche le Federazioni, tuona Petrucci; su questo possiamo avere qualche riserva o fare qualche distinzione, così come non vediamo quale sia l’ostacolo che ha impedito alle Federazioni di iscriversi all’Albo delle Associazioni di promozione sociale; potremmo chiederci cosa rappresentano dieci o venti milioni di euro rispetto ai 450, e se è proprio vero che solo gli Enti di Promozione sono i destinatari del “tesoretto” dello sport sociale, ma preferiamo guardare oltre, riconfermando virgola per virgola quanto abbiamo scritto nei due documenti firmati da quasi tutti gli Enti del Coordinamento, anche a costo di apparire, agli occhi di Petrucci ed altri, settari e un po’ retrò. A noi preme segnalare che, forse anche grazie ad un regime monopolistico in tema di sport, nel nostro Paese aumentano la sedentarietà e gli obesi; aumentano i malati di depressione; un giovane che completa il ciclo scolastico primario e secondario usufruisce di un terzo delle ore di educazione fisica di un giovane francese (però, ai rigori abbiamo vinto noi). Ma questi sono solo degli esempi, significativi in un Paese che ha consentito lo sviluppo, forse ipertrofico, di uno sport finalizzato quasi esclusivamente alla performance, a scapito di ogni altra forma di attività sportiva. Noi vorremmo che il nostro Paese si misurasse sul piano internazionale e fosse competitivo anche per la capacità di proporre politiche pubbliche in grado di promuovere e sostenere una dimensione dello sport orientato al benessere dei suoi cittadini, di tutti i suoi cittadini: uno sport che sia fattore di partecipazione attiva, di tolleranza e pacifica convivenza; strumento di inclusione e coesione sociale, di educazione al rispetto delle regole e valorizzazione delle differenze; di contrasto al disagio. Da questo punto di vista, ci sembrava che il Fondo di cittadinanza rappresentasse un tentativo di recuperare un ritardo e di colmare un vuoto normativo. E per quanto ci riguarda, visto che non ci sentiamo depositari di una esclusiva; più siamo a promuovere una pratica sportiva diffusa tra i cittadini e meglio è. E pertanto, cantiamo Alleluia, invece che “Attenti al lupo”, tanto per richiamare una delle canzoni più orecchiabili di Lucio Dalla. Tanto per rimanere al grande cantautore bolognese che accompagnerà la nostra spedizione olimpica nella terra dei mandarini, noto anche per essere un piccolo che ama giocare allo sport dei giganti, più che da Attenti al lupo facciamoci ispirare dalle sue canzoni più belle: 4 marzo 1943, Piazza Grande, Futura, Angelo, L’anno che verrà, Ayrton, Nuvolari…; non ci abbandoniamo al finale di “Disperato erotico stomp” e pensiamo che non è più il tempo di “Banana Republic”.
ALFREDO CUCCINIELLO
ALFREDO CUCCINIELLO